Popular Songs

 

Ancora Yo La Tengo, ancora 'Popular Songs'. Uno dei pochissimi dischi di cui ho scritto sia su IR che su MM e che ancora riesca a stupirmi dopo quasi un anno di stagionatura. L'incredibile capicità di Ira Kaplan e Georgia Hubley di dare forma ad album destinati a diventare "classici" quasi immediatamente resta uno dei dettagli più sorprendenti di una band che non vuole proprio saperne di invecchiare. Per quanto dopo un quarto di secolo questa istituzione del rock alternativo non possa che ripetere per sommi capi quanto già scritto in alcune delle leggendarie pagine del suo passato (più o meno remoto), per quanto sia venuta meno con la giovinezza quell'urgenza di proporre la propria musica con piglio gentile e rivoluzionario (sulle ali di un'irruenza epica e sorprendentemente quieta al tempo stesso), il trio di Hoboken conferma di sapersi esprimere con una libertà che ha pochi eguali nell'attuale scena musicale indipendente. Paradossalmente 'Popular Songs' è un disco che non ha nulla da inventare e saccheggia senza posa cinquant'anni di musica pop americana ormai divenuta tradizione condivisa. In una simile ottica si sarebbe legittimati a dubitare di chi scientemente si produca in un'operazione revivalista di questa portata, giudicandola nel migliore dei casi una furbata snob dai chiari connotati accademici, un gioco sterile e spocchioso del tutto fine a se stesso. La vena genuina dei musicisti coinvolti racconta tuttavia una verità ben diversa. Gli Yo La Tengo non si limitano a citare la classicità o il vintage con il distacco delle nuove leve più forbite, ma raccontano anni e anni di tradizione musicale nordamericana parlando in fin dei conti solo di loro stessi. I riferimenti al passato della band sono evidentissimi ed il fan più appassionato non può in alcun modo evitare di farci i conti. Non di un recupero stanco si tratta, non di fiato corto o debito di idee. Gli Yo La Tengo si guardano allo specchio e vedono riflessa la veste notturna di 'Painful', le confortanti visioni oniriche di 'And Then Nothing Turned Itself Inside-out', la lunga trascrizione emozionale del loro vissuto e del loro invidiabile background. Certo c'é molto lavoro "di testa", ed i trascorsi da critico musicale di Ira hanno un peso non trascurabile. Trattandosi di Yo La Tengo, tuttavia, è logico aspettarsi che anche il cuore abbia la sua parte, con la sincerità di chi non conosce altri modi per esprimersi che essere semplicemente se stesso. Il valore aggiunto di un gruppo raffinato e viscerale come pochi altri sta proprio nella sua inarrivabile genuinità. In questo senso gli Yo La Tengo continuano a comporre musica e a suonarla come agli esordi, con passione, onestà ed ironia. Anche nei risvolti formali (vedi il paradosso dei tre torrenziali brani conclusivi, negazione fattuale di qualsivoglia dogma pop) e nel titolo stesso di 'Popular Songs' è facile rilevare come quest'ultimo ingrediente sia qualcosa di più che un semplice articolo identitario. E' un marchio di fabbrica, qualcosa che dopo tutto questo tempo la band di hoboken non può fare a meno di sfoggiare con orgoglio come la più invincibile delle sue armi.

 

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