Hotel Shampoo

     

Ha resistito praticamente un intero anno nella zone calde della mia classifica di gradimento, ed era quasi inevitabile che alla fine strappasse un posto sul podio. Gli ascolti lo hanno confermato, ed un inguaribile passatista come il sottoscritto non poteva esimersi dal premiare quello che è un autentico scrigno di primizie soft-pop declinate secondo il verbo dei sixties più solari (Beach Boys e dintorni, per intenderci) ma attualizzate con il gusto per l’arrangiamento e per l’elettronica poco invasiva di questo talentuoso guascone gallese. ‘Hotel Shampoo’ è stato archiviato con critiche quasi unanimemente positive ma anche con la sommaria stringatezza e la transitorietà che si riconosce ai dischi carini “e poco più”, forse anche perché a suggerire e consolidare quest’impressione di gradevole marginalità è stato il carattere stesso di collateralità  che progetti apparentemente secondari come questo (per Rhys si guarda con grande interesse quasi solo ai suoi lavori alla guida dei Super Furry Animals) inevitabilmente si portano dietro. E’ un vero peccato, indipendentemente dall’importanza relativa cheanche  il cantante può aver attribuito a questo suo terzo (e migliore) lavoro solista: ‘Hotel Shampoo’ è infatti un diario sincero e credibile sul mestiere di musicista girovago, ma prima ancora si impone come uno straordinario compendio  su cinquant’anni di musica pop, scritto ed orchestrato con maestria  e senza fare economia di trucchi melodici ed artifici stilistici ormai entrati nel bagaglio di ogni ascoltatore avveduto. Derivativo per vocazione, smaliziato e spregiudicato a fin di bene, quest’album è la dimostrazione che anche oggi con il pop si può meravigliare e si possono scrivere dischi di fattura pregevolissima, sempre che il talento e la consapevolezza siano qualità di cui un artista non difetta. Senza inventare nulla di nuovo (e come si potrebbe in fondo?) ma mossi unicamente dall’entusiasmo fanciullesco per le rielaborazioni, per quelle magiche alchimie che ogni bravo artigiano dell’easy listening dovrebbe sempre portare scolpite nella testa e nel cuore.

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