Rock’n’roll Submarine

       

Una recensione affettuosa, all’improvviso. Il pezzo scritto per Monthlymusic lo scorso maggio non può che rientrare nella striminzita categoria delle critiche composte più con il cuore che con la testa, e quasi inevitabilmente edulcorate da una sincera partigianeria. Non si spiega altrimenti la mia incapacità di approdare ad una stroncatura piena, nei confronti del classico disco senza valide idee e con troppa pancetta stilistica quale è a tutti gli effetti questo ritorno in scena degli Urge Overkill dopo tempo immemore. La verità è che non me la sono sentita. Troppo affetto per questi rocker spesso bistrattati ed ormai invecchiati, ancora capaci a ben sentire di una purezza intatta e commovente. Per riuscire a raccontare nel modo più completo possibile (ovvero con tutte le attenuanti del caso) la genesi di questo faticoso nuovo album, ho dovuto affidarmi all’artificio di una doppia recensione che gettasse un ponte ideale tra il nuovo lavoro e quello precedente, ‘Exit The Dragon’ del 1995, da me e da pochi altri considerato il capolavoro del gruppo. Sul filo di un confronto per forza di cose impietoso, non ho potuto che aggrapparmi all’unico aspetto realmente positivo di questo rientro in pista per enfatizzarne con sguardo bonario i pregi: l’onestà delle nuove canzoni. ‘Rock’n’roll Submarine’ sarebbe parso vecchiotto anche diciassette anni fa: un po’ anabolizzato, un po’ hard rock, e senza lo smalto gradito di una produzione decente, un po’ come erano stati tutti i dischi degli UO prima del pur modesto successo commerciale di ‘Saturation’. Con questa costanza nel replicare senza distinzioni meriti ed ingenuità del proprio passato, Nash Kato e King Roeser mi hanno strappato un sorriso di quelli buoni. L’orgogliosa indifferenza alle mode è di fatto uno degli aspetti che più amo in un artista, anche quando questo comporti opere difficilmente difendibili come quella che qui ripresento. Nello scrivere il pezzo il mio intento era quello di fare luce su una band a suo modo unica nel parallelo tra il dignitoso anonimato di oggi e quel lampo fortunato risalente a quasi venti anni fa. Di fatto doveva trattarsi di una reclame per il loro miglior lavoro, proprio quello cui vorrei rimandare anche in questa occasione. Quel che dovevano dare gli Urge Overkill lo hanno dato. Per loro sfortuna saranno ricordati quasi esclusivamente per una cover prestata ad una colonna sonora, una vera beffa considerando che di belle canzoni ne hanno scritte. Cercatele in ‘Exit The Dragon’ allora, o nel lato A di ‘Saturation’. Questo ‘R&R Submarine’ lasciatelo invece ai dinosauri come il sottoscritto, gli unici capaci di trovarvi almeno un barlume di senso.

La frenesia dell’era del download un disco del genere lo fa a brandelli senza pietà. Anche una band del genere, rimasta ferma ad un’epoca in cui internet esisteva ma non era ancora il nostro mostro quotidiano. Per me che vivo bene oggi come vivevo bene ieri, gli Urge Overkill rimangono una delle figurine più luccicanti nell’album dell’adolescenza. Li ho anche visti live qualche mese fa, non mancherò di parlarne più avanti. Per ora dirò solo che, a molti giovani gruppi oggi sulla cresta dell’onda, di merda ne danno ancora tanta.

0 comment