Brooklyn Sound Solution

       

Ancora Fleshtones. Mentre l’allegra combriccola newyorkese non spegne i motori da trentasei anni, trascorrendo questa ennesima fase di giovinezza in un ininterrotto tour mondiale a base di show decisamente eccessivi, sbevazzate di gran classe (qui in Europa, ovvio) e shopping di articoli di abbigliamento a dir poco improponibili (sempre nel vecchio continente), recupero questo che è stato uno degli ultimi pezzi scritti per Indie-rock.it, dedicato con buona dose di affetto al più recente (per ora) tassello della loro discografia. Non si tratta certo del capolavoro di quella che Scaruffi ha definito “la più importante band di revival di tutti i tempi”, ma in fondo nemmeno prova ad esserlo. Sa che sarebbe inutile. I tempi di ‘American Beat’ o ‘Roman Gods’ sono molto lontani, anche se per un genere come questo, da sempre improntato ad un devoto riciclo del passato, il dettaglio non può che risultare di marginale importanza. Anche con i suoi riempitivi, con gli strumentali non indimenticabili o le cover bislacche, il nuovo dei Fleshtones si conquista una sua ragion d’essere nel suonare vivo e pimpante oltre che perfettamente in linea con quanto ci si aspetta da Peter Zaremba e Keith Streng. Basta che ci siano loro con quell’entusiasmo sempre contagioso, autentico, non drogato dalla ricerca furbetta di pose alla moda, a rendere ogni loro lavoro sufficientemente godibile e degno di essere ascoltato quando si è nello spirito giusto. Tra le note di merito di un album schietto ed ironico come ‘Brooklyn Sound Solution’, con tanto di mini discarica in copertina, va poi ricordata la presenza (non sostanziale, ma gradita) di un altro grande esponente del “Brooklyn Sound” che fu: Lenny Kaye, l’immarcescibile chitarra del Patti Smith Group. Nella recensione ho definito quasi commovente il quartetto statunitense per il suo insistere con ostinazione sugli stessi tasti di sempre, per il replicare fino allo svenimento quell’indole da scoppiati – disimpegnati – tenacemente passatisti guasconi che Zaremba e soci si porteranno dietro fin nella tomba. Alla fine però, a gente adorabile ed instancabile come questa, nessuno potrebbe mai davvero chiedere nulla di più. Né di meno, naturalmente.

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