The Babies @ BlahBlah  02/12/2011                    _ Il nostro (altro) concerto

      

Sembrava destinato a rientrare nell’ampia categoria degli eventi prescindibili il concerto dei The Babies che ha chiuso per il sottoscritto l’anno passato, nonostante i nomi dei due protagonisti sul palco lasciassero intuire una pur marginale fisionomia da supergruppo (per quanto di nicchia, si intende). Troppo fragile ed indeciso il loro album d’esordio, eponimo, per alzare in maniera significativa l’asticella delle aspettative, e troppo ordinaria in fondo l’avvenenza della stellina Cassie Ramone, leader delle Vivian Girls, per eguagliare quella ben più notevole delle Melissa Auf der Maur o delle Juliette Lewis (tra le altre) con cui da un buon lustro mi ero ben abituato per l’ultimo appuntamento live dell’anno. Basso profilo insomma in termini di attese, e curiosità assai moderata, giusto per capire come potesse funzionare l’alchimia tra due piccole celebrità del circuito indipendente quali appunto la chitarra delle Vivian Girls ed il bassista dei Woods Kevin Morby, oltre ad una sezione ritmica di perfetti sconosciuti (anche se il batterista Justin Sullivan è già noto alle cronache come membro di un altro side project di Cassie, i Bossy). Come talvolta capita quando non ci si aspetta nulla di formidabile, per quanto raramente, gli spunti sorprendenti sono stati tali e tanti da far schizzare l’apprezzamento di chi scrive oltre i livelli di guardia. Evito le sbrodolature in fondo nemmeno così appropriate per una band pur sempre collaterale come i Babies, ma il piccolo concerto regalato all’esiguo pubblico del BlahBlah all’inizio del dicembre scorso merita di essere ricordato tra i dieci più convincenti tra quelli cui mi è capitato di assistere in tutto il 2011. A sorprendermi è stato soprattutto l’amalgama perfetto tra i quattro musicisti, senza pose o divismo d’accatto da parte dei due membri più conosciuti e con un affiatamento tangibile e realmente produttivo. Come già scritto a proposito dei Cults, quello dei Babies è stato il caso tipico – eclatante – di un gruppo molto più convincente sul palco piuttosto che in studio. Le canzoni grezze e trottanti del disco hanno assunto ben altro spessore, i momenti contagiosi (le due ‘Wild’ e ‘Breakin’ The Law’ sugli scudi) si sono presentati a ripetizione ed il simpatico quartetto statunitense ha suonato magnificamente (nota di merito per il robusto bassista, a quanto pare un rincalzo). Tra il power pop di ‘Sunset’ ed i passaggi surf psichedelici di marca Woods, i Babies hanno variato la proposta di quel tanto da renderla appetibile, pur senza rinnegare la loro predilezione per un garage pop divertente ed inoffensivo. Brava anche Cassie Ramone, sorprendentemente somigliante a Jeanne Moreau da giovane, che come detto ha fatto di tutto per evitare di svettare sui compagni e si è meritata la simpatia e gli applausi degli spettatori alla vigilia più scettici, come il sottoscritto. Da rivedere, comunque, e da risentire (un minialbum intitolato ‘Cry Along with the Babies’ è uscito meno di un mese fa), per appurare se il margine per una crescita sia effettivamente corposo come questo concerto ha lasciato intendere.

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