The King is Dead

         

Dal folk espressionista all’Americana impressionista. Il passo compiuto dai Decemberists può sembrare uno scarto di quelli tutto sommato minimi, essendo stato compiuto in seno ad un macrogenere comunque di stampo tradizionalista, eppure per la band di Colin Meloy si è trattato lo stesso di una mezza rivoluzione. La straripante rock-opera ‘Hazard of Love’ aveva segnato una sorta di limite ultimo superando il quale il collettivo di Portland si sarebbe con ogni probabilità condannato a morte certa. Troppo eccentrici, ridondanti e barocchi sin quasi al grottesco per continuare su quella china. Colin deve essersene accorto giusto in tempo perché la risposta è stata un disco assai convincente, semplice e spoglio (ma alla maniera dei Decemberists) e con i piedi, anzi, con le radici, ben piantate sulla terra. Niente più voli pindarici, nessun volteggio da virtuosi in astinenza di colpi ad effetto: nella recensione scritta per Monthlymusic (e qui riproposta dopo un anno esatto di stagionatura) ho fatto ricorso alla facile metafora delle gare di tuffi, lasciando intendere che ‘The King is Dead’ (come pure l’EP successivo ‘Long Live The King’, a dire il vero meno riuscito) si è premurato di dire cose ordinarie e risapute ma in modo eccellente. Così è la scrittura, così gli arrangiamenti, la produzione e lo stesso Colin, ben disposto per una volta a mordere il freno. Non abbastanza scoppiettante per emergere davvero tra i migliori album dell’anno appena concluso, eppure sufficiente per proporsi come un lavoro apprezzabile e rigoroso. In un anno che ha anche visto la fisarmonicista del gruppo Jenny Conlee lottare e vincere (definitivamente, si spera) un cancro al seno, questa piccola raccolta di canzoni può rappresentare un nuovo inizio per quella che resta una delle migliori realtà della scena alternativa, una nuova direzione che potrebbe riservarci gradite sorprese in seguito (se con la buona forma arriveranno anche i grandi brani). I fan più sfegatati non la pensano esattamente così, ma io che rientro piuttosto nel novero degli estimatori sinceri non faccio proprio testo. Spero di essere nel giusto comunque.

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