OK Go @ GruVillage, Grugliasco   20/07/2011     _ Il nostro (altro) concerto

      

In un breve report di pochi mesi fa dedicato all’ultimo concerto cittadino della sempre mirabile Joan as Policewoman, avevo menzionato proprio solo di striscio il nome di una band di cui mai mi sarei anche solo sognato di andare a vedere uno show, gli OK Go. Questa band di Chicago salita qualche annetto fa alla ribalta mondiale grazie ad una serie di videoclip davvero molto ben fatti (idee semplici ma assolutamente vincenti tipo un balletto sui tapis roulant, un assurdo Domino-Rally umano,  una coreografia bislacca all’aria aperta, una popsong suonata guidando una Chevrolet ed altre diavolerie per i fanatici della rete) non è infatti la mia precisa tazza di the, musicalmente parlando, ma devo riconoscere che l’abbinamento della serata ed il prezzo popolarissimo hanno fatto sì che mi ci accostassi con un minimo di curiosità. Mi preme chiarire subito che non ci sono stati estemporanei colpi di fulmine e che la mia opinione in merito ad un gruppo buono quasi esclusivamente per le classifiche di MTV non è cambiata dopo il centinaio di minuti scarsi in sua compagnia sulla collinetta finta delle Gru di Grugliasco. Tuttavia, lasciando da parte le tentazioni snobistiche che quasi naturalmente si manifestano in occasioni come questa, non posso nascondere di essermi divertito parecchio. In primo luogo per la vena demenziale dell’intero spettacolo e per il profilo di disimpegno galoppante garantito come condizione sostanziale dai quattro musicisti sul palco, abbastanza intelligenti da non prendersi mai troppo sul serio al cospetto di un pubblico, quello sì, abbastanza preoccupante (ma composto quasi esclusivamente da adolescenti molesti e fanatici, il che spiega tante cose). Quindi per lo show in sé, davvero vario e coinvolgente proprio a livello visivo e quindi una bella prova anche per il fotografo dilettante che è in me (la relativa galleria di immagini, raggiungibile dalla prima foto in alto, rende solo in parte l’idea): tra vagonate di coriandoli, delicati intermezzi con campanelle e campanacci, pezzi suonati al buio con strumenti pelosi e fosforescenti, mascherate pacchiane, balletti, proiezioni ridicole, incursioni al di quà del palco tra i pochi (tutto sommato: era data unica in Italia) spettatori ed uno spirito tamarro da battaglia rigorosamente sopra le righe, anche i più scettici come il sottoscritto non hanno proprio avuto modo di annoiarsi. Certo in tutto questo baraccone la musica ha finito col fare la figura del sottofondo non indispensabile, invariabilmente leggerina con le sue fattezze di power-pop gommoso da classifica per teenager o giù di lì. La scaletta che riporto qui sotto, per dire, per una volta non è farina del mio sacco ma ho dovuto cercarla in rete. Di mio posso aver riconosciuto per orecchiabilità giusto quel paio di tormentoni sedimentati nella mia memoria distratta (ed inconsapevole) dalle rare puntate sui canali televisivi musicali o radiofonici, ai tempi. Ecco, scrivo “ai tempi” e fa un po’ ridere, perché i maggiori successi della band di Damian Kulash e soci risalgono a non più di sette anni fa, mica venti. Eppure è proprio vero, quando la fama arriva dal web o dalla promozione vaporosa di qualche fortunato videoclip è quasi impossibile non pronostricare un’altrettanto repentina discesa verso il dimenticatoio. Da spettatore attento ma comunque distaccato la sensazione – a giudicare anche dal contesto (una piccola arena posticcia e mezza vuota sul tetto di un centro commerciale) – è stata proprio quella di una band teneramente abbracciata ai suoi fan sul fare del crepuscolo. Impossibile allora, con simili premesse, non provare per questi OK Go almeno un briciolo di spassionata simpatia.

SETLIST: ‘Do What You Want’, ‘A Good Idea at the Time’, ‘Needing/Getting’, ‘Back from Kathmandu’, ‘Invincible’, ‘The Greatest Song I Ever Heard’, ‘Return (handbells version)’, ‘Last Leaf’, ‘Tim Nordwind Adventure’, ‘Here It Goes Again’, ‘I Want You So Bad I Can’t Breathe’, ‘Skyscrapers’, ‘White Knuckles’, ‘Get Over It’; ENCORE: ‘WTF?’, ‘In The Glass’, ‘This Too Shall Pass’.

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