Classificone 2016
Torno alla musica come in licenza, quasi di straforo, per postare e offrire un commento sommario alla consueta classifica dei miei dischi preferiti dell’anno che sta andando in archivio, un modestissimo 2016. “Consueta” e “preferiti” poi tanto per dire, visto che 1) mi sono accorto di aver bellamente saltato l’appuntamento dodici mesi fa e 2) sarebbe più corretto parlare di dischi “meno sgraditi”, in un’annata che conferma e rilancia il trend a ribasso dell’ultimo decennio, piazzandosi idealmente in coda a qualsiasi graduatoria a tema. Ecco, sembra mi sia ridotto come quei vecchi catarrosi che si lamentano dei tempi moderni rimpiangendo a oltranza il passato, magari è effettivamente così. Una questione annosa, un luogo comune al quale non mi riesce di sottrarmi. Però dai, è innegabile che la qualità media sia un po’ andata a farsi benedire ormai.
Non fosse abbastanza, è stato un anno più che tremendo per la scomparsa di alcuni giganti della canzone, David Bowie, Leonard Cohen e Prince, con i primi due a vincere se non altro una disperata lotta contro il tempo per lasciare agli appassionati i rispettivi album-testamento un attimo prima che diventassero effettivamente postumi. Sull’altro piatto della bilancia, il Nobel per la letteratura attribuito a Bob Dylan, un riconoscimento che, piaccia o meno, rilancia le azioni di un universo culturale da sempre guardato con snobismo alla stregua di un volgare intrattenimento da due soldi. Certo Dylan è Dylan, e di artisti (meglio “personaggi” oggi) come lui non se ne vede l’ombra, all’orizzonte.
Inevitabile premiare ancora Bowie e Cohen, per l’urgenza cui già si è fatto cenno e per l’estremo magnetismo che sia “Blackstar” che “You Want It Darker” esprimono, anche nell’inevitabile sfumare nell’ombra che i titoli stessi evocano. In cima ho voluto premiare (nostalgicamente magari) una Emma Pollock che ha regalato un disco in linea con quelli che scriveva quando era alla guida dei Delgados. Se il tenore generale è calato così vistosamente mentre il suo si è mantenuto ad alti livelli, era impossibile non celebrarla con tutti gli onori del caso. Discorso analogo merita King Creosote, che in ambito folk-cantautoriale si conferma una solida certezza. Poi nel mucchio ecco qualche perla garage revival (Cool Ghouls per il jangle-pop, The Conquerors per il power-pop), stelle del pop al femminile più (l’australiana Olympia) o meno esordienti (la sempre efficacissima Angel Olsen) e stelle del pop al maschile più (il gioiellino Roar) o meno esordienti (Lawrence Arabia, che all’inseguimento del mito Harry Nilsson migliora di anno in anno).
Mi sono limitato a cinquanta posizioni (altre cinquanta le trovate qui, ma a quel punto arriviamo a comprendere anche i 6,5 o giù di lì, e non è che ne valga la pena). Per completezza può valere la pena citare anche la top ten delle delusioni, premesso che non vi rientrano i due peggiori dischi ascoltati quest’anno (Bloc Party e Kaiser Chiefs) – visto che entrambe le band le ho sempre trovate abbastanza rivoltanti – e l’ennesima sciacallata necrofila ai danni di Jeff Buckley. Senza particolare ordine di disprezzo, menziono i Crocodiles ormai synth-oriented, Joan As A Police Woman, Tortoise, Warpaint, Animal Collective, Beth Orton, Josephine Foster, l’insulso album di cover di Mark Kozelek che si è scordato la chitarra, Mull Historical Society e Soft Hills. Come dite? Sono già dieci? E io che volevo tirare in ballo ancora quella che dovrebbe essere, se Dio vorrà, davvero l’ultima fatica intestata ai Guided By Voices, “Please Be Honest”! Pensavo che con un Pollard così malmesso fosse la volta buona per ignorarlo, e invece no: ha abbassato la media di uscite da cinque a due, ma l’unico disco solista di quest’anno, “Of Course, You Are”, è ancora buono. Mannaggia a lui e a me che insisto ad andargli dietro.
1. Emma Pollock ‘In Search of Harperfield’
2. David Bowie ‘Blackstar’
3. King Creosote ‘Astronaut Meets Appleman’
4. Cool Ghouls ‘Animal Races’
5. Leonard Cohen ‘You Want It Darker’
6. Angel Olsen ‘My Woman’
7. Olympia ‘Self Talk’
8. Lawrence Arabia ‘Absolute Truth’
9. Roar ‘Impossible Animals’
10. The Conquerors ‘Wyld Time’
**************************************************