Classificone 2013

Ci arrivo con qualche giorno di ritardo, e forse è sintomo di come l’annata appena mandata in archivio non sia stata esattamente eccezionale. E’ la tendenza degli ultimi anni e mai come ora mancano indirizzi stilistici davvero pregnanti e incisivi, oltre ai dischi straordinari, si intende. Due considerazioni mi hanno colpito nelle classifiche di fine anno pubblicate un po’ ovunque, ma non so bene se possano essere messe in una qualche forma di relazione. In primo luogo non ricordo di aver letto due classifiche uguali o quanto meno simili, specie per le posizioni importanti. Questo, sia ben chiaro, non è affatto un male, anzi. Ma sarebbe uno sbaglio attribuirlo al fatto che negli ultimi dodici mesi siano usciti album straordinari a pacchi. E’ più plausibile, semmai, affidarci alla constatazione che sono stati pubblicati tanti lavori più o meno validi, ma senza un solo autentico capolavoro. E qui mi aggancio alla seconda riflessione: come termometro faccio spesso riferimento al sito di rating Rateyourmusic.com, dove gli utenti iscritti possono dare un voto a ogni disco presente nello sterminato database e in base alla media dei giudizi ricevuti (e al loro numero) vengono poi stilate le relative chart. Bene, con il punteggio ottenuto dai primissimi dischi votati già solo cinque o dieci anni fa difficilmente si sarebbe entrati nei primi cinquanta. Figuriamoci cercare un raffronto con le annate epiche tra la fine degli anni sessanta e i primi settanta: non c’è partita. Questo vorrà dire qualcosa? Significa che oggi nei negozi arriva solo merda fumante? Ovviamente no. Forse solo che il fatto di non avere più molto da inventare (o da reinventare) influisce in maniera determinante sulle nostre convinzioni di fruitori “critici” e ogni parallelo con il passato tende a rivelarsi invariabilmente squilibrato. Dal canto mio può valere quanto già scritto nelle edizioni precedenti di questo mio post rituale. Nulla di stratosferico, alcune cose dannatamente buone, molte cose buone ma senza mai gridare al miracolo. Curioso poi come per la terza volta negli ultimi quattro anni abbia offerto lo scettro a un’opera alquanto distante dai miei più canonici ascolti: è toccato alla musica concreta, all’intimismo minimalista (a avanguardista) di Julia Holter e della sua terza fatica, “Loud City Song”, un disco tra gli ultimi ascoltati quest’anno e che letteralmente mi ha spiazzato. Piazza d’onore per una delle sorprese più positive della stagione, i Burning Hell, che in passato avevo avuto modo di apprezzare ma mai a questi livelli. Terzo gradino del podio per Janelle Monae che, per quanto mi riguarda, con “The Electric Lady” ha saputo confermare tutte le notevoli impressioni del precedente “The ArchAndroid”. Con i vecchi leoni inglesi Bowie e McCartney autori di ottime prove di ritorno, e ulteriori conferme dai Thee Oh Sees – che hanno appeso gli strumenti al chiodo sul più bello, dato lo stato di grazia di queste ultime annate – da Bill Callahan, dalla Bevis Frond di Nick Saloman e dai Besnard Lakes, ho messo nelle fondamenta della classifica un po’ di materiale ad altissima resistenza. Molto bene Mark Kozelek quest’anno: sensazionale il disco realizzato a quattro mani con Jimmy LaValle, redhousepainteriano quello condiviso con i Desertshore. Un tantino insipida invece la sua raccolta di cover “Like Rats”, ma pur sempre migliore di quella di Scott Matthew, una delle delusioni dell’anno, assieme alle nuove cose di Flaming Lips, Midlake, Nick Cave, Low, No Age, Woodpigeon, Obits, John Grant, Mark Lanegan e Ty Segall, dischi incapaci di andare al di là di una striminzita sufficienza. Tra le più gradite sorprese, lavori che hanno fatto decisamente meglio dei loro più diretti predecessori, segnalo invece Of Montreal e Camera Obscura (entrambi recuperati a grandi livelli, secondo me), Vampire Weekend, Veils, Electric Soft Parade e – del tutto inaspettatamente – Cocorosie. In controtendenza rispetto all’opinione generale ho trovato discreti i nuovi Devendra Banhart e Phoenix, e non così ripugnante il (generalmente irricevibile) quinto sigillo degli Strokes. La nuova onda femminile di Savages e Haim mi ha lasciato perlopiù indifferente, e non ho ceduto alle algide lusinghe della tanto osannata Agnes Obel, fuffa scandinava senz’anima. Restando in zona ho invece ceduto senza riserve al pop festoso della danese Oh Land, altro fortunato recupero dell’ultima ora. Annata non male per le voci femminili: tra le altre che ho molto gradito non posso che menzionare le Those Darlins, Alela diane, Josephine Foster e Jenny Hval (tutte conferme), oltre ai convincenti ritorni di Mazzy Star e Pastels. Il garage, stando alla classifica, non è più il mio genere di riferimento ma, oltre alla band di John Dwyer in odor di congedo, piazza comunque (tra i primi cento) certezze e promesse come Oblivians, Carnivores, Fidlar, Mikal Cronin (imbastardito dal pop barocco), Nobunny, Dead Ghosts, King Khan & The Shrines, Crazy & The Brains, Adam Widener, Slow Warm Death, Audacity, The Ooga Boogas, Hanni El Khatib, A Giant Dog, Dirtbombs, Warm Soda, Jeffrey Novak, e Shannon & The Clams (da loro mi aspettavo di più), oltre ai ragazzini greci Bazooka: annata non indimenticabile ma nemmeno da buttar via. Un’ultima considerazione per il vecchio incontinente Robert Pollard. Sembrava l’anno buono per tenerlo fuori dalle menzioni: anonimi i nuovi Guided By Voices, decisamente pessimi i due nuovi album usciti sotto il moniker Circus Devils, eppure un dischetto godibile l’ha tirato fuori anche stavolta (uno dei tre usciti a suo nome). Non so come si mette con tempi e priorità, ora che ho lasciato dopo cinque anni Monthlymusic (ma non in maniera irreversibile): magari uno sputo di recensione ci scappa anche per lui…

 

1. Julia Holter ‘Loud City Song’

2. The Burning Hell  ‘People

3. Janelle Monáe  ‘The Electric Lady

4. David Bowie  ‘The Next Day

5. Mark Kozelek & Jimmy Lavalle  ‘Perils From The Sea

6. Thee Oh Sees  ‘Floatin Coffin’

7. The Bevis Frond  ‘White Numbers’

8. Oh Land  ‘Wish Bone’

9. Bill Callahan  ‘Dream River’

10. The Besnard Lakes ‘Until in Excess, Imperceptible UFO

 

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11. Camera Obscura  ‘Desire Lines’

12. of Montreal  ‘Lousy With Sylvianbriar’

13. Those Darlins  ‘Blur The Line’

14. Oblivians  ‘Desperation

15. The Electric Soft Parade  ‘Idiots’

16. Paul McCartney  ‘New’

17. Tripwires  ‘Spacehopper’

18. Alela Diane  ‘About Farewell’

19. Josephine Foster  ‘I’m A Dreamer’

20. Jenny Hval  ‘Innocence Is Kinky’

21. Carnivores  ‘Second Impulse’

22. Bubblegum Lemonade  ‘Some Like It Pop

23. Fidlar  ‘Fidlar’

24. Mazzy Star  ‘Seasons Of Your Day’

25. The Pastels  ‘Slow Summits’

26. Iron & Wine  ‘Ghost On Ghost’

27. Mikal Cronin  ‘MCII’

28. Jacco Gardner  ‘Cabinets Of Curiosites’

29. Califone  ‘Stitches’

30. Plantman  ‘Whispering Trees’

 31. Yo La Tengo  ‘Fade’

32. The Veils  ‘Time Stays, We Go’

33. Vampire Weekend  ‘Modern Vampires Of The City’

34. Nobunny  ‘Secret Songs: Reflections From the Ear Mirror’

35. Deerhunter  ‘Monomania’

36. Amor De Dias  ‘The House At Sea’

37. Robert Pollard  ‘Honey Locust Honky Tonk’

38. Portugal. The Man  ‘Evil Friends’

39. Elf Power  ‘Sunlight on the Moon’

40. Anaïs Mitchell & Jefferson Hamer  ‘Child Ballads’

41. Dead Ghosts  ‘Can’t Get No’

42. King Khan & His Shrines  ‘Idle No More’

43. Mark Kozelek & Desertshore  ‘Mark Kozelek & Desertshore’

44. Crazy & The Brains  ‘Let Me Go’

45. Tullycraft  ‘Lost In Light Rotation’

46. Cate Le Bon  ‘Mug Museum’

47. My Bloody Valentine  ‘MBV’

48. British Sea Power  ‘Machineries Of Joy’

49. Big Scary  ‘Not Art’

50. Quasi  ‘Mole City’

51. Frog Eyes ‘Carey’s Cold Spring’

52. Neko Case  ‘The Worse Things Get, the Harder I Fight, the Harder I Fight, the More I Love You’

53. Basia Bulat  ‘Tall Tall Shadow’

54. Adam Widener  ‘Vesuvio Nights’

55. Laish  ‘Obituaries’

56. Phosphorescent  ‘Muchacho’

57. Slow Warm Death  ‘Slow Warm Death’

58. La Femme  ‘Psycho Tropical Berlin’

59. Goldfrapp  ‘Tales of Us’

60. The Indelicates  ‘Diseases of England’

61. Audacity  ‘Butter Knife’

62. Ooga Boogas  ‘Ooga Boogas’

63. Shawn Smith ‘Kid Bakersfield’

64. I Am Kloot  ‘Let It All In’

65. Hanni El Khatib  ‘Head in The Dirt’

66. The Ballet  ‘I Blame Society’

67. A Giant Dog  ‘Bone’

68. Massimo Volume  ‘Aspettando i Barbari’

69. San Fermin  ‘San Fermin’

70. Cocorosie  ‘Tales of a GrassWidow’

71. Unknown Mortal Orchestra  ‘II’

72. Nancy Elizabeth  ‘Dancing’

73. Lee Ranaldo & The Dust  ‘Last Night on Earth’

74. Alasdair Roberts  ‘A Wonder Working Stone’

75. Future Bible Heroes  ‘Partygoing’

76. Mum  ‘Smilewound’

77. Phoenix  ‘Bankrupt’

78. Bazooka  ‘Bazooka’

79. The Dirtbombs  ‘Ooey Gooey Chewy Ka-Blooey!’

80. Cass McCombs  ‘Big Wheel and Others’

81. Daughter  ‘If You Leave’

82. Club 8  ‘Above The City’

83. Scout Niblett  ‘It’s Up to Emma’

84. Warm Soda  ‘Someone For You’

85. Thomas Dybdahl  ‘What’s Left Is Forever’

86. Frontier Ruckus  ‘Eternity of Dimming’

87. Devendra Banhart  ‘Mala’

88. Jeffrey Novak  ‘Lemon Kid’

89. Sky Larkin  ‘Motto’

90. Akron/Family  ‘Sub Verses’

91. Rilo Kiley  ‘Rkives’

92. Melt-Banana  ‘Fetch’

93. Shannon & The Clams  ‘Dreams in the Rat House’

94. Girls Names  ‘The New Life’

95. TOY  ‘Join the Dots’

96. Sebadoh  ‘Defend Yourself’

97. Jackson Scott  ‘Melbourne’

98. Sweet Baboo  ‘Ships’

99. Bonnie Prince Billy  ‘Bonnie Prince Billy’

100. The Secret History  ‘Americans Singing in the Dark’

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